INFO
Questo è un sogno, mostra personale di Giulio Rigoni
da Sabato 5 Novembre a Martedì 22 Novembre, 2022
Vernissage: Sabato 5 e Domenica 6 Novembre 2022, dalle 17:00 alle 21:00
Von Buren Contemporary
Via Giulia 13
00186 Roma
Testo critico: Marta Spanò
La mostra di Giulio Rigoni, Questo è un sogno, è composta da opere impregnate di elementi onirici, che affondano le proprie radici in un forte immaginario tardo medievale. La componente del gioco è fondamentale, in quanto rende visibile il contrasto tra tradizione e contemporaneità.
I protagonisti delle opere di Rigoni sembrano quasi dei burattini che si muovono in un mondo teatrale e sognante, ricco di enigmi e colori vibranti.
Spiccano inoltre gli elementi fiabeschi di diverse culture, che trasportano l’osservatore in un luogo in cui un immaginario da Le mille e una notte si ibrida perfettamente con i preziosi dettagli naturalistici tipici del Gotico Internazionale e dei libri miniati medievali. Le architetture, come i personaggi, raccontano luoghi immaginari e irraggiungibili, dove aleggia un’atmosfera di bellezza e mistero.
Nato a Roma nel 1976, Giulio Rigoni inizia a dipingere da autodidatta riuscendo ben presto a raggiungere uno stile molto personale che lo rende facilmente riconoscibile. Una pittura raffinata ed intimista a cavallo tra antico e moderno che attira velocemente su di lui la stima e l’interesse soprattutto del mondo del collezionismo privato. Diversi i riconoscimenti internazionali, tra cui la Biennale di Dakar, mostre a Boston, Parigi e recentemente a Londra.
Nella ricerca di equilibrio tra estetica classica e modo di concepire le forme in chiave contemporanea, la sua arte si carica di immagini irreali, spesso incantate, sospese in atmosfere che ci suggeriscono tempi lontani, mitici, lasciando allo spettatore il compito di decodificarne il senso secondo una interpretazione personale. L’apparente immobilità dei volti, i giardini, spesso in forma di labirinti, le infinite architetture e torri muovono tutte dalla sobrietà spiritualistica e ordinata della pittura tardo-medioevale. I piani prospettici si aprono, come wunderkammer, su stupefacenti scorci fiabeschi.
Dal punto di vista tecnico, pur sperimentando l’utilizzo di diversi materiali come carta, ottone e tessuto, la sua cifra è quella della pittura ad olio su legno spesso impreziosita dalla foglia d’oro.
Ufficio stampa
Alessandra Lenzi | [email protected]
Tel: (+39) 320 5621416
Questo, è un sogno
“L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose”
(Italo Calvino, Le città invisibili)
Questo, è un sogno. In mostra, l’immaginario che abita le ricerche artistiche di Giulio Rigoni e che dà vita ai suoi dipinti. La tradizione del Gotico Internazionale incontra le forme contemporanee per restituire allo spettatore atmosfere idealizzate, silenziose che si collocano all’inizio di tutto, in quella dimensione ancestrale dove l’armonia del cosmo viveva ancora tempi di pace.
Sogni bizzarri, sogni che sembrano reali. Un mondo caleidoscopico dal sapore metafisico, cromaticamente affine alle miniature, viene fissato sulla tavola da un particolare uso dei colori ad olio, retaggio di una tecnica del passato che, riletta dalla sensibilità e dalle intenzioni artistiche di Rigoni, restituisce con moderna eleganza e vivacità colori che brillano di luce propria.
Con uno stile costante, ogni opera si configura come possibilità di sperimentare, indagare, costruire spazialità e relazioni nuove. Davanti agli occhi dell’osservatore si dispiegano racconti figli di allegorie, sfilano probabili abitanti di un Medioevo ormai lontano che, come funamboli, stanno in equilibrio tra la dimensione onirica e la dimensione giocosa, tra fantasia e realtà.
Il Naturalismo spirituale tardo gotico si veste di contemporaneità, senza perdere in delicatezza, lirismo ed eleganza formale: volti puntualmente ritratti vestono copricapi di medievale antiquata memoria restituiti da un tratto espressionista, intessono dialoghi sibillini con nature morte fatte di oggetti affastellati o di accostamenti enigmatici, animali emblemi di una dimensione ultraterrena, pianeti, astri, stagioni di un tempo primordiale destinato a scorrere via.
Simbologie nascoste occupano atmosfere sospese nel tempo e nello spazio, figure immobili e architetture fantastiche galleggiano nelle profondità pure e assolute di un nero cosmico piuttosto che di un oro mistico in grado di astrarre, di disarticolare l’immagine dalla realtà presente suggerendo un senso di spaesamento in chi osserva. Un’armonia spiazzante e un’aria d’incanto aleggiano sulle architetture dai connotati fiabeschi di questo artista, credibili traduzioni visive di quelle città invisibili che il Marco Polo calviniano andava esplorando e raccontando al Gran Kan.
Nato dall’assemblaggio di elementi classici, moderni, conosciuti, inventati, incontrati in posti esotici, il mondo architettonico di Rigoni traccia con eleganza e precisione geografie di terre lontane, scenari volutamente statici carichi di dettagli sui quali l’occhio può scegliere di indugiare o lasciarsi trasportare dal viaggio. Giardini, labirinti, castelli, torri, elementi di architetture smontate si incrociano, intrecciano, sovrappongono, riproiettati nel vuoto e nel silenzio cosmico in cui la fantasia ricostruisce i sogni.
Con le sue pitture immaginifiche Giulio Rigoni crea un ponte tra la tradizione e la contemporaneità, racchiude la poesia di quel momento anomalo in cui mondo ancestrale, idee e realtà si incontrano, chiede all’osservatore di salvaguardare e custodire queste composizioni, di decodificarne il senso secondo una lettura personale. A chiunque, la libertà di scegliere se questo è un sogno.
Marta Spanò