INFO
Dal 8 al 27 Novembre 2025
Vernissage: Sabato 8 e Domenica 9 Novembre, dalle 18:00 alle 21:30
Von Buren Contemporary
Via Giulia 13
00186 Roma
CONTRAPPUNTO
con le opere di
Simona Gasperini
Giulio Rigoni
Von Buren Contemporary è lieta di presentare Contrappunto, mostra bipersonale che raccoglie i lavori di Simona Gasperini e Giulio Rigoni.
Il titolo si riferisce alla tecnica compositiva musicale che sovrappone linee melodiche diverse fra loro, creando tuttavia un perfetto equilibrio sonoro. In effetti i due artisti presentano molti contrasti, grazie ai quali si valorizzano a vicenda.
Le opere di Simona Gasperini, apparentemente statiche e silenziose, sono immerse in un ambiente celeste, sia dal punto di vista cromatico che emotivo. Si tratta di composizioni create attraverso il collage e la pittura, dall’atmosfera antica e profondamente suggestiva.
I lavori di Giulio Rigoni sono invece popolati da figure in movimento, che suonano e danzano, come se si trovassero in una dimensione atemporale e festosa. La vivacità delle scene è rappresentata anche dalle scelte cromatiche: i colori sono infatti estremamente accesi e vibranti, in perfetta armonia con gli scenari raffigurati.
Sono proprio le differenze a rendere unico l’accostamento delle opere di questi due artisti, dando vita ad un percorso fatto di musica e silenzio, movimento e introspezione, che conduce verso un luogo dove il mondo terreno e quello interiore si fondono, creando una narrazione intimamente poetica.
Simona Gasperini vive e lavora a Roma. Si dedica alla ricerca di una comunicazione intima, di memoria, attraverso antichi libri, vecchie pagine, foto, testi, parole che diventano opera, con una tecnica di incollaggio, interventi grafici, leggibili o convulsivi, e l’uso di inchiostri, pastelli, polveri e colori liberati con la maestria di un tratto evidente.
Giulio Rigoni è nato a Roma nel 1976. Nella ricerca di equilibrio tra estetica classica e modo di concepire le forme in chiave contemporanea, la sua arte si carica di immagini irreali, spesso incantate, sospese in atmosfere che ci suggeriscono tempi lontani, mitici, lasciando allo spettatore il compito di decodificarne il senso secondo una interpretazione personale. L’apparente immobilità dei volti, i giardini, spesso in forma di labirinti, le infinite architetture e torri muovono tutte dalla sobrietà spiritualistica e ordinata della pittura tardo-medioevale. I piani prospettici si aprono, come wunderkammern, su stupefacenti scorci fiabeschi.
Ufficio stampa
Alessandra Lenzi | [email protected]
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