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Giuliano Macca
Von Buren Contemporary racconta la mostra di Giuliano Macca: intervista con l’artista e la gallerista
Michele von Buren
[…] è nella sua evocazione della debolezza del vulcano, la sua solitudine, le sue lacrime che Macca ci restituisce una nota nuova e lacerante. I suoi soggetti, mentre si crogiolano nelle acque ai piedi di montagne infuocate, non sono altro che lo specchio della fragilità di un gigante che può sì sprizzare fuoco e furia, ma in realtà sta preparando il palcoscenico per la propria morte solitaria.
Ferzan Özpetek
Von Buren Contemporary presenta Il pianto dei vulcani la mostra personale del giovane artista italiano Giuliano Macca, accompagnata da un testo di presentazione di Ferzan Özpetek.
Macca si è ispirato, per questa inedita collezione di dipinti e disegni, all’immagine imponente del vulcano: Macca proviene dalla Sicilia, isola del fuoco e dell’acqua, dominata da vette vulcaniche, ma allo stesso tempo terra immersa nell’acqua. Sono questi contrasti, l’incessante bruciare e spegnere, che fanno da sfondo palpitante alle ultime creazioni dell’artista.
Il Pianto dei Vulcani è la seconda iniziativa appositamente scelta per celebrare l’apertura del nuovo spazio della galleria in Via Giulia 13 e il suo cambio di nome, passando da RvB Arts a Von Buren Contemporary.
Giuliano Macca nasce a Noto in Sicilia nel 1988. Intraprende i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove consegue la laurea in pittura.
Il suo approccio alle arti visive avviene inizialmente attraverso il mondo della Street Art e nel 2016, una sua performance artistica viene presentata al MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove) di Roma. Alla fine del 2018 entra a far parte del team di Von Buren Contemporary, all’epoca RvB Arts. Nel settembre 2020 inaugura la mostra La solitudine degli angeli a cura di Vittorio Sgarbi presso Etra Studio Tommasi, segnando un altro importante capitolo della sua carriera. Nel dicembre dello stesso anno, nel periodo di difficoltà legato alla pandemia Covid-19, è la volta della visionaria rappresentazione a Castiglion Fiorentino, L’Abbraccio, che rappresenta un passionale abbraccio stampato su carta calpestabile che copre una superficie di 1200 mq ai piedi della rinascimentale Torre del Cassero. Entra a far parte della galleria Gowen Contemporary di Ginevra esponendo per la prima volta a novembre 2021, con un’installazione di 5 mq realizzato con acquerello e penna BIC su carta e diviso poi in 79 parti.
Macca dipinge principalmente con olio e penna Bic. Pur essendo un figurativo, l’artista crea un’atmosfera metafisica piuttosto che realistica o narrativa. I suoi ritratti eterei evocano il lato oscuro della vita: nichilismo, solitudine e desiderio in un mix ammaliante che sottolinea la fragilità della condizione umana.
Molto attivo sui social media, Macca ha ottenuto negli ultimi anni un seguito esponenziale in tutto il mondo con oltre 118.000 followers su Instagram.
Macca scende sulla terra
Abituati a vedere i suoi angeli, sospesi in un cielo pallido e luminoso, ora scendiamo sulla terra, una terra calda e fumante per giunta. Dal Cielo al Vulcano – è difficile immaginare un’evoluzione più calzante nell’opera di Giuliano Macca.
Perché il vulcano parla della terra di questo giovane artista siciliano, dell’isola che ha nutrito il suo dono. Ci lasciamo alle spalle spettri sospesi nell’aria e Abbracci fluttuanti per ritrovarci sotto, a contorcerci in acque vaporose e laghi di lava striati di rosso, riscaldati da un flusso fuso di lacrime vulcaniche. Ancora una volta Macca colpisce nel segno mentre va cercando dove emozioni e sentimenti giacciono sigillati, soffocati, fino all’istante in cui si liberano dalla costrizione ed eruttano, sollecitati dall’immaginario vulcanico che vediamo davanti a noi.
È giusto che sia il vulcano ad accendere ora la febbrile fantasia di Giuliano Macca. Quale migliore metafora per questo artista esplosivo? Eppure, attenzione! Il vulcano è l’emblema della passione, ma, come la passione, può anche morire, e ogni vulcano rischia di diventare vittima e tomba della propria violenza.
Apparentemente supremo e intoccabile, che esercita un incredibile potere sulla vita e sulla morte, anch’esso è vulnerabile – ed è questo aspetto vitale ma meno considerato su cui Macca torna ancora e ancora. I suoi dipinti drammatici evocano le simmetrie più immediate: la potenza distruttiva e la mutevole personalità del vulcano, con le sue funzioni vive e respiranti, riflette la nostra esistenza imprevedibile, dove passioni sopite o represse sono pronte a esplodere da un momento all’altro con un potenziale forza devastante. Ma è nella sua evocazione della debolezza del vulcano, la sua solitudine, le sue lacrime, che Macca ci restituisce una nota nuova e lacerante. I suoi soggetti, mentre si crogiolano nelle acque ai piedi di montagne infuocate, non sono altro che lo specchio della fragilità di un gigante che può sì sprizzare fuoco e furia, ma in realtà sta preparando il palcoscenico per la propria morte solitaria.
Ferzan Özpetek