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Mirabilia è un viaggio nell’immaginario medioevale, costellato da figure mitologiche, popolazioni leggendarie e animali fantastici. Bato ci conduce con le sue opere in un mondo ispirato da diverse fonti letterarie; dalla Genesi della Bibbia alle avventure di Alessandro Magno, fino alla misteriosa Lettera del prete Gianni, un’epistola del dodicesimo secolo, dove sono descritti i regni immaginari di un oriente abitato da creature misteriose, popolazioni cannibali, fonti e pietre miracolose.
Un mondo idilliaco e allo stesso tempo lontano e temibile è dunque il luogo in cui si muovono le sculture e i dipinti della mostra Mirabilia, un terreno in cui sperimentare forme e colori diversi, dove poter esprimere liberamente visioni e idee, eludendo il freno della razionalità.
Bato nasce nel 1977 a Roma, dove vive e lavora. Conseguita la laurea in Lettere e Filosofia decide di seguire la sua vocazione di sempre, dedicandosi completamente alla pittura. Tra le ultime mostre segnaliamo Giungla, ospitata nel 2019-2020 dal Museo Tonino Guerra di Santarcangelo di Romagna, dove Bato ha tracciato il suo personale bestiario: un immaginario surreale che trae ispirazione dalla lettura di numerose fonti scientifiche e dalle opere di alcuni scrittori d’avventura, tra cui Rudyard Kipling, Emilio Salgari e Herman Melville.
Lo stile di Bato si caratterizza per la sua capacità di non rinunciare alla forma ma trasformarla in segno, un segno rapido, incisivo ed elegante, steso su vaste campiture bianche. Animali, paesaggi, avvenimenti e ricordi di viaggio sono le fonti d’ispirazione a cui attinge per creare le sue composizioni. Nonostante il senso di apparente immediatezza che le tele comunicano, il processo creativo di Bato prevede elaborati studi, schizzi e bozze, che gli permettono di creare una composizione equilibrata e armonica nella sua essenzialità, come se si trattasse di un’improvvisazione calcolata che non lascia spazio a ripensamenti.
Se le opere su tela vanno nella direzione della semplificazione e dello svuotamento della forma, fino a ridurla al suo contorno, le sculture ne rappresentano invece la controparte volumetrica, con evidenti richiami tra i due. Dalle sculture presenti in mostra sono nate le maschere utilizzate per la recente performance Mask ideata da Bato, il regista teatrale Emiliano Pellisari e la ballerina Mariana P presso lo studio NoGravity di Roma.
Questa mostra è stata appositamente pensata per il nuovo spazio della galleria in Via Giulia 13 e il suo cambio di nome, passando da RvB Arts a Von Buren Contemporary, in quanto Bato fa parte del gruppo storico della galleria.
Mirabilia
Mirabilia è un viaggio, un’esplorazione di forme e colori in chiave fantastica, una dimensione in cui visioni, idee, ricordi, storie e creature misteriose si esprimono liberamente destando curiosità e meraviglia.
La cartografia medievale, il Romanzo di Alessandro – la raccolta di racconti leggendari sulla vita di Alessandro Magno, la Genesi biblica piuttosto che La Lettera del Prete Gianni sono il punto di partenza delle nuove opere di Bato, lo start per un viaggio verso terre lontane abitate da animali reali quanto immaginari che, tra il XII e XIII secolo, portarono alla realizzazione dei Bestiari, antologie di un immaginario che ancora oggi affascina.
Eredi di un’antichissima tradizione, amici, antagonisti, allegorie di vizi e virtù umane e quindi portatori di una dimensione dalla carica simbolico-moraleggiante molto forte, gli animali diventano i protagonisti del bestiario contemporaneo tracciato da Bato: figure instabili, dai volumi negati e scaturite da un gesto veloce ma meditato, emergono con essenziale eleganza e armonia dalla superficie bianca della tela; qui, non c’è posto per aggiustamenti, sovrapposizioni, ripensamenti poiché tutto poggia su un equilibrio ponderato, misurato dove l’immediatezza del gesto è solo apparente.
La leggerezza pittorica cede il passo alla concretezza della materia nelle sculture di orsi, leoni e coccodrilli: i volumi vengono recuperati e chiamati ad abitare lo spazio attraverso l’essenzialità di linee flessuose ed eleganti, eco delle loro controparti pittoriche.
Trascendendo dalla diretta imitazione come dal semplice riconoscimento dei soggetti, la concretezza della realtà, per l’artista, diviene l’occasione per realizzare composizioni di colori e segni che si intrecciano, al fine di dare nuove forme a quell’universo animale oggetto di un immaginario e di una cultura antichi, in cui dimensione favolistica e fantastica, credenze religiose e popolari, conoscenze scientifiche e naturalistiche si mescolano, offrendo un creato idilliaco, mitologico e al contempo lontano e temibile che Bato sottopone a una sintesi affilata e precisa in grado di valorizzare il fulcro delle cose. Un’essenzialità che non preclude la possibilità di viaggiare, di perdersi in un racconto, di scegliere se avere di esso una visione d’insieme oppure di soffermarsi per cogliere un particolare, una macchia, la brillantezza di un colore impiegato in modo non realistico, avendo comunque la certezza che i Mirabilia osservati non solo saranno in grado di raccontarci qualcosa ma anche di indicarci la via verso un mondo altro, senza peso, pieno di vita, in cui il tempo reale e il tempo della storia sono sospesi. Infatti, l’essenza delle forme, resa visibile dai tratti guizzanti e sinuosi di Bato, restituisce la possibilità di fermarsi e ascoltare la storia che quegli animali raccontano, accompagnando l’osservatore nel suo percorso come nel Medioevo i Mirabilia accompagnavano i viaggiatori tra le meraviglie di una città.
Mirabilia trasla nel presente una visione contemporanea, nuova della dimensione del viaggio, rende visibile l’intima sostanza della natura e dei suoi abitanti, offre l’occasione di esplorare terre lontane, un microcosmo al confine tra dimensione umana e dimensione animale, tra fantasia e realtà.
Marta Spanò